Hanno scritto di lui:
“Corriere Salentino.it” il 1.2.2011
E' stata consegnata ieri, lunedì 31 gennaio2011, a Luigi Giuseppe Rainò, la
medaglia d’onore conferita dal Presidente della Repubblica.
La medaglia è stata consegnata dal sindaco Ivan De Masi nel corso di
un’apposita cerimonia, alla presenza del vicesindaco Francesca Fersino e del
consigliere comunale Giuseppe Panico.
Luigi Giuseppe Rainò, nato a Casarano il 28 aprile 1920, è stato soldato
mitragliere, matricola 9011, del Distretto militare di Lecce.
Il Presidente della Repubblica, con proprio decreto, ha conferito la
medaglia d’onore a Luigi Rainò, per essere stato deportato e internato nei
lager nazisti e destinato al lavoro coatto per l’economia di guerra
nell’ultimo conflitto mondiale.
Rainò ha partecipato, dal 6 aprile 1941 all’8 settembre 1943, alle
operazioni di guerra svoltesi alla frontiera Italo-jugoslava, al comando II
Reggimento Fanteria “RE”. Catturato a Fiume nel settembre 1943 ed internato
nel campo di concentramento di Kroner, nei pressi di Gottingen, è stato
destinato al lavoro coatto presso una fabbrica di locomotive per riparazione
ruote. Nel settembre del 1945 è stato liberato dagli Alleati.
«L’esempio che ci viene fornito dal nostro concittadino – commentano il
sindaco De Masi ed il vicesindaco Fersino – deve fungere da stimolo per
tutti noi, in particolar modo per le giovani generazioni. La straordinaria
storia di Luigi Rainò, infatti, deve essere da monito affinché si affermi
concretamente quella cultura di pace di cui tutti noi dobbiamo essere i
costruttori ed i promotori».
“Il Gallo” del 3.2.2011
Nell’anno del 150° Anniversario dell’unificazione d’Italia, il Presidente
della Repubblica ha premiato un certo numero di italiani con una “Medaglia
d’Onore”.
L’unico casaranese a ricevere questo ambito riconoscimento è stato Luigi
Rainò, che nell’ambito di una semplice ma toccante cerimonia, ha ricevuto
dal sindaco Ivan De Masi l’onorificenza. Classe 1920, Rainò è soldato
mitragliere e, con la matricola 9011, nei due anni che vanno dal ’41 al ’43
partecipa alle operazioni di guerra presso la frontiera italo-jugoslava
nelle fila del 2° Reggimento Fanteria “RE”.
E' purtroppo uno dei tanti prigionieri catturati a Fiume nel settembre del
1943 e da lì viene deportato nel campo di concentramento di “Kroner”, dove è
costretto a lavorare presso una fabbrica di locomotive e da dove viene
liberato solo due anni dopo, all’arrivo degli Alleati. Mille storie, mille
aneddoti potrebbe raccontare, e racconta Luigi Rainò ai suoi figli ed ai
suoi nipoti; lui, ormai 91enne ma dalla memoria ferrea che ha, come molti,
lavorato duro in campagna ma che poi, come pochi della sua epoca, ha dovuto
anche occuparsi dei figli dopo la prematura scomparsa della moglie.
Ed allora questo simbolico riconoscimento è in realtà il giusto coronamento
di una vita difficile ma… esemplare, come quella di altra gente comune che
la guerra ha fatto diventare eroi.
“Il
Gallo” il 19.10.2021
«Credo
che un eroe sia quello che comprende la responsabilità che comporta la sua
libertà»:
è questo il concetto di eroe espresso da un grande musicista e pensatore
come Bob Dylan.
Proprio negli anni in cui Dylan era poco più che un pargoletto, dall’altra
parte del mondo, nella fredda Gottingen, a lavorare di giorno in maniera
forzata nella fabbrica tedesca di locomotive e a dormire di notte sui freddi
ed angusti tavolacci dei letti a castello, nelle camerate da 150 persone,
nel campo di concentramento di Kroner, il casaranese Luigi
Rainò,
al senso ed alla responsabilità della libertà, sicuramente ci avrà pensato
ogni giorno.
Nato nel 1920, a soli 21 anni parte, come migliaia di suoi connazionali per
il fronte italo-jugoslavo e ci rimane per ben due anni.
Nel settembre del ’43 però viene fatto prigioniero dai tedeschi ed avviato
appunto nel campo di concentramento di Kroner.
Taciturno, dai modi sempre gentili e con il suo immancabile sorriso…
nonostante tutto, così lo ricorda chi lo ha conosciuto quest’uomo che, dopo
la liberazione del 1945 ad opera degli Alleati, torna nella sua Casarano e
ricomincia la sua vita rimasta in sospeso per ben 4 interminabili anni.
Ma Luigi non è solo un prigioniero di guerra perché, anche all’interno del
campo di concentramento ed in quelle condizioni di vita, ha avuto modo di
mostrare la sua indole altruista e l’amore per la sua Patria tanto da
meritarsi, nel 2011 (alcuni mesi prima della sua morte) la prestigiosa Medaglia
d’Onore conferitagli
direttamente dal Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano.
In questi giorni decorrono proprio i 10 anni dalla morte di questo
casaranese di cui, al momento, ne conservano memoria solo i familiari ed i
conoscenti. Proprio con l’obbiettivo di rendere pubblica e soprattutto
duratura la sua memoria, il figlio Antonio ha chiesto al sindaco
Ottavio De Nuzzo di
avviare, ora che sono maturati i 10 anni, minimo previsto dalla legge, la
procedura per l’intitolazione di una strada alla sua memoria.
«Tale
decisione sarebbe comprensibilmente un grande onore per la mia famiglia e
per i futuri discendenti»,
ha dichiarato Antonio
Rainò,
«sarebbe
soprattutto un esempio ed un ricordo per tutte le attuali e future
generazioni che hanno forse labile il concetto di Patria ma che soprattutto
rischierebbero di dimenticare le gesta dei concittadini che li hanno
preceduti».
La proposta è stata protocollata ed ora passerà al vaglio della Commissione;
in un periodo di superficialità e di valori artificiali, speriamo che il
nome ed il ricordo di Luigi Rainò possa avere un luogo per esser ricordato.
(Antonio Memmi)
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