Casarano è situata nel basso Salento a circa 45
Km dal capoluogo leccese. Sorge su un altopiano a circa 111 metri
sul livello del mare, con una popolazione di 20.750 abitanti e una
superficie di 38,8 Kmq. Le sue origini sono alquanto remote e si
confondono tra leggenda e storia, l'ipotesi più credibile anche
storicamente meno confutabile, è quella che vuole Casarano fondata
da un centurione romano di nome Caesar a cui l'allora imperatore
aveva assegnato queste terre per i suoi meriti militari,
conseguiti durante le guerre civili del I secolo a.C. La certezza
storica che Casarano abbia origine in età romana ci viene da due
epigrafi rinvenute non molti anni fa. La prima è stata rinvenuta
nel 1972 durante i lavori di restauro della chiesa di Santa Maria
della Croce,in cui si legge il nome di Vibuleius; si deduce così
che l'antica Casarano sia stata un casale romano appartenuto poi,
in età imperiale, a ricchi possidenti gallipolini. L'altra,
ritrovata da E. Valente, su indicazioni fornite da G. Pisanò, a
poche centinaia di metri da Casaranello, dove sorgeva l'antico
nucleo originario di Casarano, menziona un bambino di nome Musicus
i cui genitori erano uno ebreo e l'altro greco, sta a significare
l'esistenza del villaggio già in età Romana. Un ulteriore conferma
della presenza romana ci viene poi data dal tracciato della via
Appia - Traiana, voluta dall'imperatore Traiano, e che da Brindisi
giungeva fino all'attuale Patù. Costruita nei primi anni del II
secolo, sfiorava Casarano a sud - ovest, e a poche centinaia di
metri da questa costruita intorno alla metà del V secolo a.C.,
troviamo un'altra importante testimonianza romana: la chiesa di
Santa Maria della Croce, pregevole monumento dell'arte
paleocristiana in Puglia. Caduto l'impero romano, Casarano, come
tutto il Salento, subisce le invasioni barbariche, finchè nel 533
viene liberato dal generale Belisario. Nel '842, in seguito
all'invasione dei Saraceni, Casarano subisce un duro colpo che
porta la popolazione a trasferirsi lentamente, creando un nuovo
nucleo abitato che comprendeva gli attuali rioni "terra - Lacco -
Sant'Elia". Dopo l'anno mille Casarano si scinde in due distinti
nuclei dando così origine all'Oppidum Cesarani Parvi (Casaranello)
e all'Oppidum Cesarani Magni (attuale Casarano), così tra il 1412
(anno in cui Casarano conta 1.100 abitanti) e il 1797 gli abitanti
di Casaranello si riducono a poco più di un centinaio. Fu
assimilata alla civiltà e ai riti dell'oriente cristiano fino
all'avvento dei normanni. Il normanno Tancredi nel 1189 infeudò
Casarano a Ottavia Fuggetta. Succeduti i normanni agli Svevi,
divenne signore di casarano Goffredo di Cosenza, che sconfitto a
Benevento nel 1266 ad opera di carlo d'Angiò, dovette cedere il
feudo di Casarano a Pietro di Bertinaccio. Successivamente il
feudo toccò, di mano in mano, ai Tomacelli, ai Filomarino, ai
conca, ai D'Aquino. Durante il periodo aragonese viene occupata
dai veneziani che, in guerra con Gallipoli, avendo espugnato
questa città, si insediano anche nei centri vicini, tra i quali
appunto, Casarano. Al 1582 risale il convento dei cappuccini e al
1660 il Palazzo dei Domenicani, ora sede del Palazzo Municipale.
nel 1639 Matteo D'Aquino restaurò e ingrandì la chiesa della
Madonna della Campana. nel 1717 Casarano diventa feudo del duca
Giacinto D'Aquino e in tale secolo venne eretto, ad opera della
famiglia D'Aquino, l'austero e magnifico Castello sito
nell'attuale piazza Garibaldi ed oggi di proprietà De Lorenzi. E'
in quest'anno che il vicerè conte De Daun concede il suo benestare
per lo svolgimento della fiera di San Giovanni Elemosiniere da
tenersi, ogni anno la terza domenica di Maggio. Nel 1818, con
decreto di Ferdinando I di Borbone, viene istituita la fiera di S.
Antonio da tenersi, ogni anno, l'ultima domenica del mese di
Luglio. nel 1824, sempre con decreto di Ferdinando I di Borbone,
Casarano è autorizzata a tenere un mercato ogni martedi di ogni
settimana, mercato che viene tenuto per la prima volta il 4
Gennaio 1824. L'istituzione di tali fiere e mercati testimoniano,
già da allora, la tendenza di questa cittadina ai traffici e al
commercio. Il Novecento segna poi il passaggio dall'economia
prevalentemente agricola a quella artigianale ed industriale con
l'inizio dell'era Capozza.
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